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La Città dei Morti [ D&D5e ]: due passi a Neverwinter | Recensione

Premetto di aver ricevuto una copia de La Città dei Morti per D&D5e dall’autore Daniele Severin per poterla recensire. Il prodotto è disponibile su DriveThruRPG al prezzo di 3,20$ (circa 3€).

Nostalgici della Costa della Spada? Vi manca poter camminare per le strade della bella Neverwinter? Allora La Città dei Morti potrebbe essere l’avventura per D&D5e in italiano che fa per voi. In particolare è adatta a cinque personaggi di ottavo livello, ma può essere adattata anche a gruppi più o meno numerosi e/o esperti grazie ad una pratica tabella a inizio volume.

Essendo di durata relativamente ridotta (conta infatti 26 pagine) non si prefigge di portare i personaggi a livelli predefiniti. Prevede piuttosto l’assegnazione di punti esperienza già segnati sulle varie pagine e permette quindi di poterla inserire in campagne più lunghe. Sia l’inizio che la fine infatti sono facilmente modellabili, permettendo di vivere queste vicende all’interno di altri archi narrativi. Viene ad esempio citata l’avventura La Miniera Perduta di Phandelver per D&D5e come possibile mezzo per preparare i personaggi a La Città dei Morti. Il finale ha un personaggio appositamente lasciato vago per poter essere il filo conduttore verso nuovi orizzonti.

Una trama classica, semplice ma efficace

La storia proposta è sicuramente valida, sebbene sia qualcosa di già visto all’interno del mondo fantasy. Una storia di persone scomparse, inseguimenti e salvataggi (senza voler far troppi spoiler). In poche parole si può dire di rivivere Romeo e Giulietta, ma in chiave fantasy e con più non-morti. Di colpi di scena rilevanti ne ho contato soltanto uno, ma è davvero ben riuscito; su di esso si può dire che si basi quasi tutta l’avventura. Al contrario ho notato anche un paio di scelte di trama leggermente forzate, ma nulla di tanto grave da compromettere la godibilità dell’opera.

I principali temi trattati sono l’amore e la fiducia, rendendo questa esperienza più godibile con un party non malvagio. Questa opportunità non viene però negata, nel caso il master sappia riadattare minimamente un paio di situazioni.

Lo stile professionale, ma non esente da imperfezioni

La realizzazione tecnica de La Città dei Morti è molto buona. L’impaginazione è funzionale e segue fedelmente lo stile dei prodotti ufficiali di D&D5e; l’inserimento di tabelle per i mostri e schede complete a fine manuale permette di non dover sfogliare altri manuali, riducendo dunque notevolmente gli sprechi di tempo. Il font e il colore di sfondo sono anche azzeccati e consentono una piacevole consultazione.

Un discorso a parte va fatto per l’aspetto grafico. La scelta delle illustrazioni è adeguata e gradevole, sebbene alcune di esse siano riprese da manuali di D&D3.5. Questo non mi ha fatto impazzire sinceramente; comprendo i costi, ma delle illustrazioni originali (o per lo meno mai utilizzate per manuali di Dungeons&Dragons) sarebbero state più intriganti. Inoltre alcune non mostrano una definizione sufficiente, compresa la copertina. Sono dettagli, ma una maggiore cura avrebbe impreziosito ancora di più un’opera già di per sè interessante.

La qualità dei testi è elevata. Questo rende l’utilizzo del manuale molto semplice da parte di ogni master, al quale è richiesta solo la lettura dei paragrafi dedicati. Le descrizioni sono molto evocative e aiutano incredibilmente l’immersione. Sono presenti giusto uno o due errori ortografici, qualcosa di normalissimo anche per i manuali ufficiali.

Conclusioni su La Città dei Morti per D&D5e

Chi potrebbe apprezzare questa avventura? In molti, sinceramente. Il prezzo contenuto la rende adeguata anche a one-shot (lunghine) o più probabilmente a una breve serie di sessioni. Il fatto che offra spunti sia per il prima che per il dopo la rende un ottimo riempitivo anche per chi conduce lunghe campagne già avviate. Non contiene nulla di troppo complicato o profondo, ma quello che propone merita di essere vissuto. In sostanza, mi sento di consigliare questo manuale.

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2 commenti

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