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Coriolis: Mercy of the Icons | Recensione

Dopo aver affrontato insieme la recensione di Coriolis: The Third Horizon non potevamo non parlarvi di Coriolis: Mercy of the Icons, la prima campagna ufficiale per il misterico ed affascinante gioco di ruolo di fantascienza di Free League Publishing. Ancora una volta ringraziamo la casa editrice che ci ha mandato il materiale digitale e fisico per potervene parlare.

L’opera è composta da tre volumi: Emissary Lost, The Last Cyclade e Wake of the Icons. Potete trovarli tutti sullo store ufficiale della casa editrice svedese al prezzo di 33 euro circa ciascuno. Come sempre, sono presenti tutti i moduli per poter giocare le avventure anche su Foundry Virtual Tabletop. Segnalo anche il bundle che comprende praticamente tutto il materiale pubblicato (ad esclusione di Wake of the Icons) a circa 140 euro. Tra i tanti materiali disponibili ci sono, ovviamente, anche le bellissime mappe, acquistabili separatamente.

Come è ben immaginabile risulta complicato presentare un’intera campagna di gioco senza scivolare negli spoiler. Ci proverò ugualmente perché credo che queto trittico sia veramente molto interessante da giocare lasciandosi stupire dalla prima all’ultima pagina.

Affronteremo quindi insieme ciascun volume per come è stato realizzato, soffermandoci non tanto sul regolamento di gioco (di cui potete trovare maggiori dettagli nella recensione del manuale base), quanto più sulla struttura della trama e sulle scelte stilistiche e grafiche di questa opera immaginifica e visionaria.

Ogni capitolo di questa saga ha una struttura propria e presenta alcuni scenari anche e, come vedremo, anche altri contenuti.

Coriolis: Emissary Lost

I giornalisti di strada li chiamano Misticidi. Decine di mistici sono stati trovati morti o sono scomparsi senza lasciare traccia. Chi sta dando la caccia ai mistici di Coriolis? E perché? Quando un amico dei personaggi giocanti scompare, la situazione diventa decisamente personale. Riusciranno a risolvere il mistero prima che sia troppo tardi?

Con questo titolo che già inquadra le tematiche che verrano affrontate, ci immergiamo nella recensione e nel preludio della campagna Coriolis: Mercy of the Icons. Coriolis: Emissary Lost è composto da due scenari principali: The Wake of the Martyr e The Kuan Connection. Si tratta di una storia piena di intrighi e azione, che porta i personaggi ad allontanarsi da Coriolis per esplorare il Terzo Orizzonte. Entraranno anche in contatto con tematiche e PNG che torneranno durante l’intera campagna.

Struttura degli Scenari

L’incipit della trama coincide con l’arrivo attraverso i portali nel sistema Taoan di un gruppo di infiltrati al servizio dell’Eterno Imperatore del Primo Orizzone. Senza entrare eccessivamente nel dettaglio della trama vera e propria, ci tengo a precisare che il primo scenario proposto, Wake of the Martyr ha un approccio sandbox che consente ai giocatori di entrare in contatto con la base spaziale Coriolis. La trama ruota intorno ad una serie di intrighi piuttosto complessi, costruiti a scatole cinesi; troviamo un discreto numero di PNG che il master dovrà gestire e di cui non bisognerà perdere traccia se si intende afforntare tutta la campagna. Sono complessivamente 86 pagine che buttano i personaggi al salvataggio dell’Emissario scomparso su Coriolis seguendo tracce che portano alle giungle di Kua.

The Kuan Connection occupa le 92 pagine successive e trascina i personaggi nelle giungle di Kua, il pianeta nella cui orbita si trova la stazione Coriolis. Anche in questo caso la trama prevede un approccio sandbox. I personaggi si muoveranno tra la giungla e la città sommersa di Sultra per incontrare i guerrieri della Sacra Luce. Dopo un incontro fondamentale, verranno invitati ad accogliere un compito essenziale per la salvezza dell’intero sistema.

Ogni scenario è suddiviso in tre atti che possono aiutare il Game Master a scandire le sessioni e gestire i colpi di scena.

Recensione dei Materiali Inclusi nel Primo Volume di Coriolis: Mercy of the Icons

Il volume contiene anche anche un generatore di missioni secondarie collegate alla trama principale e A Song for Jarouma, uno scenario aggiuntivo che descrive l’incidente che ha portato all’arrivo degli Emissari nel Terzo Orizzonte. Può essere giocato come epilogo flashback e può essere gestito in una sola sessione.

Free League Publishing non delude mai quando si tratta di fornire materiali e handouts per le proprie linee editoriali. Anche in questo caso il volume è denso di mappe e dispense che riproducono la stazione spaziale Coriolis e il pianeta Kua. Sono inoltre inclusi i documenti con cui i personaggi dovranno confrontarsi per trovare gli indizi necessari a proseguire.

Coriolis: The Last Cyclade

La cenere cade come neve sulle persone in lutto che costeggiano le coste di Dar Bahri, mentre il fumo delle pire funerarie si alza verso il sole rosso sangue di Dabaran. Molto più in alto, nell’oscurità dello spazio, una nave solitaria attende di entrare nel portale per Uharu. Il suo equipaggio è pronto a completare la missione: la nave fantasma Zafirah è stata ritrovata e chi la raggiungerà per primo molto probabilmente svelerà la verità dietro uno dei misteri più inquietanti dell’orizzonte…

Coriolis: The Last Cyclade è il secondo colume della campagna Coriolis: Mercy of the Icons. Come in tutte le trilogie che si rispettino, soprattutto quelle dal taglio cinematografico, questo è il capitolo più denso e cupo. A differenza del primo volume, questo capitolo della campagna è suddiviso in tre parti ben distinte: The Uharan Echo, The Cyclade Dance e In the Shadow of the Zenith. In poco più di 240 pagine il Terzo Orizzonte prende davvero vita; le fazioni e gli intrighi si svelano sotto gli occhi dei personaggi, che dovranno imparare molto in fretta a destreggiarsi e ad adottare strategie vincenti.

Nel tentativo di non anticipare troppo nel dettaglio quello che aspetta i giocatori e i personaggi, posso però fare una carrellata sulla struttura degli scenari e sui suoi tanti pregi e sui suoi pochi difetti.

Struttura degli Scenari

The Uharan Echo occupa una sessantina di pagine ed è diviso a sua volta in tre atti. Nei primi due la trama è di fatto investigativa; i toni sono horror e una buona parte prevede trattative e negoziazioni. Il terzo atto ruota invece alla politica e alla necessità di fare scelte moralmente difficili.

The Cyclade Dance si snoda nelle novanta pagine successive ed ha una struttura più particolare. Si tratta di un generatore di avventure ed eventi; ci sono dodici ganci narrativi che possono essere elaborati dal Game Master e quattro avventure da poter giocare così come sono. In questo modo i personaggi hanno la possibilità di conoscere e, forse, di influenzare i giochi di potere delle fazioni. Allo stesso tempo possono rendersi conto delle terribili conseguenze che questi scontri hanno su ciò che li circonda.

Queste sedici trame possibili sono classificate in base al livello: si passa dal livello 0 fino al terzo. Premetto che non è sicuramente necessario giocare tutte le avventure proposte; tuttavia per poter procedere nella trama sicuramente ne va giocata una per livello e assolutamente Fire of the Icons. Il tempo è scandito da tredici eventi che man mano alterano lentamente le dinamiche politiche dell’ambiente in cui i personaggi si muovono.

In the Shadow of the Zenith chiude con le sue 60 pagine circa il volume. Pur trattandosi anche in questo caso di un’avventura investigativa, trasmette sensazioni decisamente diverse. Dalla ricerca di una persona fino ad una corsa per la sopravvivenza, il tono sale in un crescendo costante che sfocia in grandi cambiamenti che mirano a rimodellare il Terzo Orizzonte.

Recensione dei Grandi Pregi e dei Piccoli Difetti del Secondo Volume di Coriolis: Mercy of the Icons

Coriolis: The Last Cyclade mescola sapientemente stili e strutture narrative differenti e il generatore di avventure con gli eventi che scandiscono il tempo; in generale mette la giusta pressione ai giorcatori, col fine di evitare tempi morti. Certo, il Game Master deve saper gestire i ganci narrativi e trasformare le storie per renderle davvero avvincenti, ma è un piccolo prezzo da pagare per poter gustare davvero l’atmosfera del Terzo Orizzonte.

Se è vero che le singole avventure contenute in Coriolis: The Last Cyclade possono essere giocate singolarmente, non è un approccio che consiglio. Una delle cose più belle di questo modulo è che il contesto si svela progressivamente davanti agli occhi dei personaggi. Pone inoltre ai personaggi la fondamentale scelta della fazione a cui appartenere, rendendo palese ai giocatori che le azioni dei loro personaggi, per quanto piccole, causeranno effetti a catena e influenzeranno l’intero universo.

Coriolis: Wake of the Icons

“Ti svegli sudato tra incubi e premonizioni, mentre il panico ti stringe il petto. L’incubo è cominciato con campi ondulati e un invito. Una mano tesa: la mano di chi? Poi un cielo stellato e il vuoto dello spazio. Non potevi respirare, il cuore che batteva all’impazzata quando hai riconosciuto il pianeta – lo smeraldo – Kua, che ti aspettava. Ali scintillanti nell’oscurità. Centinaia di farfalle seguite da enormi titani ricoperti di conchiglie. Uno sciame di locuste in arrivo per divorare il Terzo Orizzonte.”

Coriolis: Wake of the Icons è il capitolo conclusivo e l’apice della campagna Coriolis: Mercy of the Icons. Il volume è suddiviso in tre scenari principali: A Song for Kua, The Tenth Icon e The Horizon War, più l’epilogo.

A introdurre questa parte della campagna troviamo un’ampia sezione che riepiloga gli eventi che separano temporalmente gli avvenimenti accaduti in Coriolis: The Last Cyclade e l’incipit di Coriols: Wake of the Icons. Come per i volumi precedenti, non voglio fare spoiler; sappiate che il Game Master è supportato in maniera completa ed esaustiva per colmare qualsiasi spazio tra gli episodi della campagna. In un pratico riassunto di 7 pagine vengono definiti i dettagli delle condizioni in cui si trovano i tre Orizzonti, le conseguenze di quanto accaduto fino ad ora alle varie fazioni in gioco e il riepilogo delle fazioni coinvolte.

Per aiutare ulteriormente il Game Master a gestire il crescendo delle vicende e un numero di PNG in deciso aumento, vengono elencati una serie di suggerimenti. Si tratta di consigli in pillole per gestire gli scenari, le scene, gli eventi e i PNG. Credo che a conti fatti possa essere estremamente utile anche ai master più eperti; in questo modo è possibile fruire appieno dei materiali proposti e vivere al meglio questo incalzante finale di campagna.

Struttura degli Scenari

A Song For Kua occupa una trentina di pagine circa e riporta i personaggi sul pianeta Kua, da dove erano partiti. Li condurrà attraverso le sue giungle fino ad esplorare profonde rovine sotterranee per scoprire la grotta che un tempo era la dimora dell’Emissario. Nell’oscurità dell’Abhrra sperimenteranno qualcosa che cambierà per sempre il Terzo Orizzonte. La struttura della trama torna ad essere quella lineare; tuttavia la tensione crescente diventa palpabile. E’ un po’ come se i personaggi si trovassero su un pavimento che si inclina man mano, costringendoli a cambiare costantemente il punto di equilibrio.

The Tenth Icon, si dipana in circa 60 pagine e consente ai personaggi di scoprire retroscena e verità celate fino a quel momento. Sebbene si tratti di fatto di una manciata di scene, ciascuna di esse è strettamente interconnessa e necessita di tempo per essere assimilata. Ad aiutare moltissimo Game Master e giocatori ci sono delle splendide mappe e un numero decisamente congruente di riassunti. Questo escamotage è utilissimo qualora i giocatori non avessero tenuto traccia degli avvenimenti e degli spunti lungo l’intera campagna.

The Horizon Wars chiude con le sue 80 pagine la campagna con un drammatico finale in cui i personaggi decidono quale sarà il futuro del Terzo Orizzonte. Trovo molto appagante che sia compito dei personaggi, in base alle scelte fatte durante tutto il corso della campagna, decidere come si concluderà la storia. Saranno infatti loro a stabilire quali fazioni sopravviveranno al conflitto inevitabile. Questo scenario si discosta dalla struttura tradizionale; presenta infatti una serie di missioni secondarie da poter affrontare a proprio piacimento, oltre a vere e proprie battaglie spaziali. A seconda del livello di successo dei personaggi e delle scelte che faranno nelle prime, verrà deciso l’esito delle battaglie spaziali.

Recensione delle Regole Aggiuntive del Terzo Volume di Coriolis: Mercy of the Icon

Coriolis: Wake of the Icons presenta alcune meccaniche nuove pensate soprattutto per gestire i combattimenti tra navi spaziali e in questa recensione ve ne voglio dare una rapida panoramica. La scelta è dinamica e considera gli scontri come intermezzi tra una parte narrata e l’altra. Per poter gestire le grandi flotte durante il conflitto, quest’ultimo viene suddiviso in fasi riepilogate in una pratica tabella; con l’aiuto di una apposita mappa, è poi possibile seguire l’evolversi della vicenda.

Il ruolo del Game Master diventa davvero fondamentale perchè dovrà fare da facilitatore in queste fasi di combattimento (definite di meta gioco) tra una missione e l’altra dei personaggi. E’ decisivo riuscire a tenere nota di come evolve il conflitto; i giocatori naturalmente sapranno cosa accade ma è importante che anche i loro personaggi abbiano alcune informazioni in gioco così che possano reagire e agire in base agli eventi della guerra.

Recensione dell’Estetica di Coriolis: Mercy of the Icon

E’ indubbio come l’impronta estetica di Coriolis: The Third Horizon sia rimasta in tutti i volumi che compongono questa campagna. Si tratta, come per il manuale base, di un ampio progetto fortemente grafico. Non solo la stampa è a pagina piena punteggiata di stelle, ma anche la scelta di riquadrare il testo e di includere un numero impressionante di illustrazioni fanno di Coriolis, una linea editoriale d’impatto.

Come nel manuale base, le varie sezioni del testo sono riquadrate o evidenziate con caratteri particolari così da dividere immediatamente ciò che è parte narrata, ciò che è regolamento e ciò che è ambientazione. Ancora una volta il lavoro di Martin Grip e di Gustaf Ekelund è magistrale.

Conclusioni della Recensione di Coriolis: Mercy of the Icons

La penna di Rickard Antroia tiene con il fiato sospeso dalla prima all’ultima pagina. Indubbiamente si intuisce la visione ampia ed articolata del progetto e ho apprezzato la volontà di rendere l’ambientazione di Coriolis: The Third Horizon viva e vibrante.

I materiali offerti per giocare sono di elevatissima qualità e il dettaglio delle mappe (che siano di ambienti o di astronavi) è tale da poter essere utilizzate nel formato proposto senza bisogno di ingrandirle. Ammetto che, soprattutto nell’ultimo volume Coriolis: The Wake of the Icons, la distribuzione del testo mi è sembrata un po’ dispersiva. La grandissima mole di informazioni, poi, mi ha lasciata un po’ spiazzata all’idea di doverle gestire tutte e doverle veicolare ai giocatori.

Coriolis: Mercy of the Icons è certamente una campagna grandiosa. Senza dubbio è entusiasmante da giocare ma richiede un certo impegno in termini di preparazione da parte del Game Master e un buon livello di attenzione per i giocatori.

Se vi è piaciuta questa recensione di Coriolis: Mercy of the Icons, continuate a seguirci per rimanere aggiornati su altri giochi di ruolo di Free League Publishing!

Autore

  • Francesca Viganò

    Classe '73, da anni in vesti diverse nei settore dei giochi da tavolo e dal vivo. Ha collaborato con quotidiani e riviste e, di recente, dopo diversi corsi presso la Giano Academy è diventata master del Salotto di Giano oltre a far parte degli Avventurieri, il gruppo di autori dell'Associazione.

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