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Under the Scale [ D&D5e ] | Recensione

Prima di dedicarci alla recensione vera e propria di Under the Scale, come di consueto ci teniamo a ringraziare l’autore Chris Gunning e Weaponized Ink per avercene inviata una copia digitale così da poterla guardare insieme.

Under the Scale è al tempo stesso un supplemento e una campagna per il gioco di ruolo più famoso al mondo. Ma ne affronta anche alcuni luoghi comuni per spingersi oltre e affrontare le culture delle varie specie presenti nell’ambientazione in maniera coerente e diversificata.

Se dopo aver letto queste righe voleste acquistare il manuale, potete trovarlo sul sito di DriveThruRPG al costo di 12 dollari, circa 11 euro al cambio attuale.

L’autore non è nuovo a questo tipo di approccio, se non ne conoscessi lo stile e la versatilità, ti rimandiamo alla nostra recensione del suo gioco The Hammer and The Stake.

Premesse Inconsuete per un Setting Davvero Particolare

Under the Scale è un vero e proprio setting con un mondo a sé stante. Parliamo di Taragainya, un regno in cui un tempo le culture erano ricche e vibranti, ora ridotta alla sopravvivenza dall’avvento dei Grandi Draghi. Le comunità si frammentarono in gruppi sempre più piccoli per nascondersi dagli agenti dei Draghi. Molti Elfi, Umani e Nani si ritirarono in fortezze magiche nella speranza che i Draghi e i loro servitori non li seguissero. Ora ci sono segnali che questo orrore stia volgendo al termine. Tutti i Grandi Draghi, tranne uno, dormono. E’ tempo di aprire le porte delle fortezze magiche ed esplorare il mondo per rivendicare antiche eredità.

Queste sono le premesse dell’ambientazione di Under the Scale, che si presenta come un approfondimento interessante all’approccio alle specie giocabili e non solo.

Un Nuovo Approccio alla Gestione delle Stirpi

Le ambientazioni che si appoggiano al gioco di ruolo fantasy più longevo di sempre sono innumerevoli e destreggiarsi tra i prodotti, ufficiale o meno che sia, non è sempre facilissimo. Ogni lavoro cerca di essere, a suo modo, originale, non sempre riuscendoci.

Under the Scale è sicuramente un prodotto che, in questo senso va a segno. L’ambientazione è di ampio respiro ed il mondo di gioco risulta credibile e dotato di vita propria; in questo modo cala i personaggi nel contesto fornendo, grazie alla gestione delle stirpi, obiettivi e scopi solidi fin dalla creazione della scheda..

Quello che mi è parso particolarmente interessante è l’approccio realistico, se di realismo si può parlare quando ci si approccia ad un mondo fantasy, alla gestione dei personaggi. Le creature grandi lo sono davvero con tutto quello che comporta una stazza fuori dal normale in termini di caratteristiche. Allo stesso modo le creature piccole sono davvero più agili e rapide. Insomma Under the Scale evita quell’appiattimento, anche a livello interpretativo, che spesso si vede al tavolo da gioco.

Il manuale, oltre a presentare le stirpi classiche ridisegnate per adattarle al mondo di gioco, introduce anche nuove stirpi; in particolare vi voglio parlare dell’ibrido Stou e dei mezzi giganti noti come Gargants.

Stou e Gargants: Nuovi Protagonisti nell’Ambientazione

Affiancati a versioni originali e ben caratterizzate di elfi, nani, umani e altro ancora, in Under the Scale troviamo Stou, nani meticci e Gargants, ovvero i mezzi giganti.

I primi sono di fatto un incrocio tra umani e nani, tendono ad essere forti, intelligenti e disposti a correre dei rischi. I secondi derivano da sfortunate interazioni tra il popolino e i Giganti ma, nel tempo, sono diventati un ponte di collegamento tra le due comunità.

Quello che mi è sembrato più interessante, al di là dell’introduzione di due nuove stirpi giocabili, è la profondità con cui tutte vengono affrontate. Per ciascuna stirpe esiste un background collegato all’ambientazione, tratti specifici, accenni al linguaggio proprio oltre a dettagli sulle predisposizioni. Con questi strumenti non si corre il rischio di interpretare nello stesso modo un elfo o un umano, nemmeno al primo livello.

Alcuni aspetti che trovo particolarmente interessanti di Under the Scale sono le nuove sottoclassi, le coerenti restrizioni e le modifiche alle abilità e alla magia che si integrano perfettamente con l’ambientazione proposta. Per ogni classe, così come per ogni stirpe, sono elencate diverse opzioni per la creazione del personaggio, così da permettere di creare sempre PG unici e indimenticabili.

Un’Ambientazione Solida e Curata in cui Immergersi

Siamo emersi dal profondo in un mondo che ricordavamo ma che non è più il nostro. Gli anziani raccontavano storie meravigliose, parlavano di campi verdi, civiltà tentacolari e cieli azzurri. Volevamo tornare in quel mondo ma le condizioni non erano favorevoli. Quindi abbiamo aspettato. Fino a quando non abbiamo più potuto farlo. Quello che abbiamo trovato è una terra desolata di spenti marroni, grigi cupi e rari verdi malaticci. Noi non eravamo e non siamo i benvenuti qui. Questa è una terra devastata dai draghi e adatta solo ai morti. Ma è quello che abbiamo. Forse un giorno, con grandi sacrifici, la terra potrà essere nostra. Di nuovo

Con queste parole si apre l’ambientazione di Under the Scale, che attraversa nelle sue 150 pagine e si delinea con incredibile coerenza. La timeline offerta per il regno di Taragayna è ampia, ma offre ampi spazi di manovra per inserire le proprie storie.

Un mondo devastato da grandi draghi, ridotto in cenere e tenuto sotto il ferreo dominio di creature dominanti; questo è quello che aspetta i personaggi che vorranno immergersi nell’ambientazione proposta. Chris Gunning ci ha abituato ad una scrittura solida e a contesti oltremodo credibili. Leggendo le pagine del manuale mi sono ritrovata visivamente nelle atmosfere di un film del 2002: Il Regno del Fuoco, scevro da qual si voglia tecnologia. Il mondo di gioco è descritto con precisione, non solo dettagliando i vari periodi storici ma anche ciascuno degli otto grandi ed evocativi draghi.

Troviamo anche un intero capitolo dedicato alle organizzazioni di Taragainya, ben venti e uno che descrive in maniera sintetica ma efficace i principali luoghi di riferimento del continente.

Non possono ovviamente mancare gli avversari presentati in maniera semplice e chiarissima, grazie anche alle tabelle di consultazione immediata.

Recensione dell’Estetica di Under the Scale

Da un punto di vista puramente estetico Under the Scale non è un manuale particolarmente grafico. Il carattere scelto è forse un po’ piccolo per l’impaginazione proposta e la scelta della colonna singola non sempre ottimale per la lettura. Le immagini però rendono decisamente bene l’atmosfera ruvida e difficile dell’ambientazione proposta e sottolineano con precisione gli argomenti del testo.

E’ indubbio che l’attenzione di tutto il prodotto sia sulla validità del testo, aiutato nella navigazione da un indice preciso e puntuale.

Conclusioni della Recensione di Under the Scale

Per molti versi Under the Scale ha un approccio descrittivo quasi cinematografico: non perde tempo, ti offre tutto quello che ti serve e ti scaraventa in un mondo crudo e credibile che lascia in ogni caso spazio all’immaginazione dei DM e dei giocatori.

In conclusione l’autore, con un’umiltà che si vede raramente, chiede l’aiuto dei lettori per trovare errori di stampa o lentezze nelle meccaniche, così che il suo prodotto possa vivere di vita propria, migliorare e ampliarsi. Noi non ne abbiamo trovate ma rimandiamo la palla a voi; Under the Scale merita davvero di essere scoperto e vissuto a pieno.

Se vi è piaciuta questa recensione di Under the Scale, continuate a seguirci per rimanere aggiornati su altre ambientazioni per D&D5e!

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